Non faccio che pensare a quando il camper sarà finito.

Caro diario, 

Non faccio che pensare a quando il camper sarà finito. Mi immagino la cucina, ampia e luminosa, dove preparerò i pancake la domenica e ci sarà disordine la maggior parte del tempo, perché io e l’ordine, lo sai, non andiamo molto d’accordo. Mi immagino il letto con i cuscini morbidi e tutti i miei libri a vista nello scaffale che non potrei non portare con me durante il lungo viaggio che mi aspetta. 

Mi immagino i luoghi che visiteremo. Voglio vedere tutto. Voglio scoprire il mondo. Le fitte foreste abitate dagli animali selvatici, i rifugi di montagna raggiungibili dopo ore di camminata (non troppe, però, sai quanto io sia pigra)! 

Luoghi dove sentirmi finalmente ospite, un’intrusa che chiede permesso per godere di tanta bellezza. E poi le cene a lume di candela sotto le stelle, le passeggiate a piedi nudi sul bagnasciuga, le grigliate all’aria aperta con gli altri viaggiatori che incontreremo lungo la strada. 

Quando accadrà tutto questo? 

Quando potremo finalmente riprendere le nostre vite, per troppo tempo messe in stand-by da questa camperizzazione? Quando tutti i nostri sforzi verranno finalmente ripagati?

Intanto accarezzo l’idea di questo camper che prende forma, di questa casa che diventerà il rifugio di due sognatori senza tempo. 

Intanto ringrazio la Vita perché in questo anno ormai trascorso, mi ha davvero aiutato a crescere. Mi ha insegnato ad essere più coraggiosa, tanto per cominciare. Mi ha insegnato a credere di più in me stessa, e poi mi ha insegnato la (vera) tenacia, una qualità che per natura non mi appartiene, e che invece ho riscoperto in Michele, che come sempre è la mia roccia, il mio porto sicuro dove fare rientro dopo una giornata di pioggia. 

Immagino quel giorno e me lo immagino cosi: il motore che romba, Going up the country a tutto volume, Mia accanto a noi che guarda fuori dal finestrino con la lingua penzoloni,io e Michele con gli occhi lucidi fissi sulla strada che non osiamo dire una parola. Perché le cose così belle, quando accadono, vanno vissute in assoluto silenzio, come se fossero creature fragili da proteggere.