Ed eccoci qui.

Ma non bastavano i pipponi condivisi sui social? No, qui posso divertirmi di più. L’idea è partita da Michele, ovviamente. Dico ovviamente perchè se lo conoscete un pochino, saprete che è lui la macchina creativa di Vangolden. Lo è sempre stata. Non che a me non vengano mai, le idee, per carità. A volte mi vengono e sono strabilianti, dovete credermi. Ma ammetto che è lui, la mente geniale. Tanto per fare un esempio, è stato lui a inventare il nome “Vangolden”. Eravamo in macchina da qualche parte nel Parco del Pollino – ci eravamo presi qualche giorno di vacanza, se non ricordo male – e stavamo vagliando alcune idee per il nostro progetto, quando:

Che ne dici di “partire per ritornare”? gli faccio io 

Carino, ma troppo lungo. E poi chi lo dice che torneremo qui? mi risponde lui, lo sguardo sulla strada.

Giusto. Allora che ne pensi di “VANgabondi”?

Carino anche questo, ma se non mi sbaglio esiste già. E comunque è poco originale.

Credevo che la conversazione si sarebbe interrotta lì, quando, dopo un paio di minuti di silenzio, all’improvviso lui esclama “Van gogh, come il pittore, ma col significato di van e..” ancora silenzio “Oppure Van golden, come Mia, che è una Golden Retriever”!

Genio, genio assoluto. Lo ammetto. In compenso, mi occupo io di tutto il resto. Editing dei video, piano editoriale, storytelling sui social eccetera. Ho persino aperto il nostro sito completamente da sola, anche se oggi, a distanza di due anni, avrebbe bisogno di un restyling completo. Insomma, posso dire con orgoglio che ci compensiamo sul serio, noi due, non solo a parole. 

Comunque parlavo della nuova rubrica che mi ha suggerito Michele. Anche in questo caso, stavamo passeggiando. A piedi, però, non in macchina. Anzi, nello specifico stavamo portando Mia a spasso, cosa che lui fa molto di rado, devo dire la verità. Quella lì era un’eccezione. E insomma stavamo camminando, quando io gli ho detto che ero stufa di portare solo video sul nostro profilo, che in fondo la mia passione è sempre stata la scrittura e volevo trovare un modo per condividerla di più con voi Vangoldini. A proposito: dobbiamo ancora fare i conti per questa faccenda del nome Vangoldini, ma tempo al tempo. 

E se aprissi un secondo profilo Instagram dove parlare esclusivamente di scrittura e di libri?

E se mi inventassi un nuovo format in cui leggo semplicemente i miei appunti davanti all’obiettivo? 

Forse dovrei rimandare tutto al giorno della grande partenza. Insomma, a chi interesserebbe leggere di me, di noi, adesso che siamo fermi in Italia in attesa di ultimare i lavori di camperizzazione?

Niente da fare, Michele mi ha spiazzata anche questa volta. Dopo avermi ascoltata pazientemente, si è limitato a dirmi:

No. Tu hai il blog. Sfruttalo. 

Un genio. Un genio, cazzo. Come ho fatto a non pensarci prima? Lì per lì mi sono sentita molto stupida. 

In effetti, mi sono detta, aprire un secondo profilo Instagram non avrebbe senso: non voglio fare la recensitrice (si dice così?) di libri, nè rivolgermi a una community di lettori diversa da quella che ho già. Inventarmi un nuovo format potrebbe funzionare, certo, ma fino a un certo punto. Non tutte le persone che ci seguono amano il mondo della scrittura, e il rischio è che alla lunga potrebbero annoiarsi. E poi cosa potrei comunicare in 1 minuto di video? Il blog invece è fatto apposta per la scrittura. Non ci sono limiti. Potrei scrivere un articolo lungo quanto un libro, se lo volessi. 

Non preoccupatevi, non lo farò. Però potrei, se ne avessi voglia, ecco. 

Il blog rappresenta un “mondo a parte” per chi come me ama concedersi 5 minuti di lettura sorseggiando un caffè o fumando una sigaretta. Io non fumo, non più, però ricordo che era piacevole. E poi potrei parlare di qualsiasi cosa. Potrei raccontare le mie giornate, cosa significa concretamente camperizzare un camion e coltivare un sogno come “fare il giro del mondo”. Potrei raccontare come tutto ha avuto inizio – l’incontro con Michele, il nostro innamoramento, tutti gli ostacoli che abbiamo dovuto affrontare insieme – oppure quali sono i nostri progetti per il futuro, che cosa sogniamo per i nostri figli. 

In fondo si tratta della mia idea iniziale – scrivere, scrivere, scrivere – che poi col tempo ho accantonato. 

Cioè, a me piace. Sul serio. Mi piace un sacco. Quindi d’ora in poi ogni lunedì mi troverete qui con una nuova pagina di diario.

Se ne avete voglia, tornate a leggermi. Vi aspetto. 

R.

3 commenti su “Ed eccoci qui.”

  1. Rossella, ero incuriosito dal leggere qualche cosa scritto da te. Ebbene l’ho fatto ed ho notato uno stile molto particolare, che cercherò di spiegare: nell’insieme la composizione è estremamente semplice è sciolta, solo quando si arriva alla fine, si ci accorge dell’intensità con cui esponi i tuoi pensieri… sembra quasi avere più importanza quanto non scritto rispetto alle parole stesse, segno di una sensibilità che riesci a trasmettere straordinariamente con semplicità… Prometto che in futuro parlerò del contenuto e non della forma, ma ci tenevo dirti il mio pensiero.

  2. Hai avuto una bella idea…l’appuntamento sertimanale.
    “Tu, fino ad ora per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno uno dell’altro. Tu sarai per me unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo”.
    – Il Piccolo Principe –

    1. “Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi faranno nascondere sotto terra. Il tuo mi farà uscire dalla tana, come una musica… Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell’ora aumenterà la mia felicità. Quando saranno le quattro, incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi; scoprirò il prezzo della felicità! Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore”… Grazie!

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